Fin dal principio il pontificato di Papa Francesco si è configurato all'insegna della sobrietà e dell'infrazione sistematica di un protocollo infarcito di bizantinismi, tipico delle istituzioni secolarizzate. Un simile approccio si è riverberato su piani diversi, dal rapporto coi fedeli allo snellimento di un apparato che ha investito anche le dotazioni del Santo Padre. L'obbiettivo di questo rinnovamento in direzione della sobrietà, è quello di riportare la chiesa cattolica vicino alla gente, ai poveri e ai bisognosi. Se queste popolazioni, fino a qualche anno fa, erano confinate in aree ben precise del globo, la prolungata crisi economica ha creato fasce di nuova povertà in paesi come il nostro, immune a simili tematiche per oltre 30 anni.
La celebre Papamobile è stata una dei primi dispositivi a farne le spese. Non che sia stata definitivamente pensionata, ma viene usata con molta più parsimonia rispetto ai tempi andati. A dire il vero la Papamobile non aveva funzioni di sola rappresentanza ma anche di protezione della persona del Papa. Tale accorgimento venne reputato come indispensabile a partire dal 13 maggio 1981, giorno in cui l'allora Papa Giovanni Paolo II subì un attentato che quasi per miracolo non gli costò la vita.
Quindi niente più Papamobile per Papa Francesco, ma una miriade di vetture usate rese disponibili occasionalmente durante i suoi viaggi pastorali. Nella città di Roma il papa so sposta su una Ford Focus, presumibilmente usata. Altra curiosa infrazione al protocollo, da parte del papa, consiste nel viaggiare di fianco all'autista, sul sedile anteriore lato guida. Una Fiat Doblò usata è stata invece utilizzata nelle visite pastorali di Torino e Verona. L'abbraccio con la folla di Rio de Janeiro è avvenuto a bordo di una Fiat Idea, anche essa di seconda mano. Il suo viaggio in oriente è stato coadiuvato, per gli spostamenti brevi, da una Kia e da una Volkswagen Touran; ma la cosa più curiosa è la vettura che usa per spostarsi all'interno delle mura vaticane: si tratta di una Renault 4 bianca con oltre 300.000 km e decorata di adesivi della squadra di calcio dell'Hellas Verona. Un prete veronese, per l'appunto, è l'autore di questo bizzarro dono.
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