Filtro antiparticolato e polveri sottili sono due termini strettamente correlati e universalmente conosciuti. Nella realtà non è sempre stato così. Se attualmente è condiviso il sapere secondo cui il filtro antiparticolato permette di abbattere le emissioni di polveri sottili dei motori, lo si deve ad una maggiore informazione sui danni che le temute polveri sottili possono causare all’apparato respiratorio delle persone. Sulla base di questa consapevolezza si sono fatte anche più stringenti le norme che regolano la circolazione degli automezzi più vetusti ed inquinanti. Come spesso accade, purtroppo, il nostro paese registra ritardi nell’adeguarsi alla normativa ambientale indicata dalla Comunità Europea; da questo ne segue che la tutela della salute pubblica è gestita autonomamente da comuni e regioni, le cui scelte non sempre sono orientate alla massima protezione della popolazione dall’inquinamento ambientale.
Ad onor del vero occorre dire che buona parte delle polveri sottili, prodotte nelle città italiane, sono da imputarsi agli impianti di riscaldamento a gasolio e ai vetusti mezzi di trasporto pubblico. L’obbligo dell’adozione del filtro antiparticolato, per queste realtà, non è stringente come dovrebbe ed inoltre sono assai carenti anche i controlli e le sanzioni, altra pecca tipicamente italiana. Per contro, con una spesa relativamente modica, le vetture possono dotarsi di filtro antiparticolato. Per non essendo paragonabile all’efficienza di un contesto in cui il filtro antiparticolato è nativo, anche l’apposizione del dispositivo successivamente alla produzione della vettura, permette di abbattere l’emissione di polveri sottili del 50%.
Il funzionamento del filtro antiparticolato o FAP, è piuttosto semplice. Miscelando al gasolio una sostanza chimica di sintesi, l’ossido di cerio detto comunemente cerina, si ottengono dei composti di maggior spessore e dimensione delle polveri. In virtù della loro dimensione questi composti possono essere intercettati dal filtro antiparticolato. La “cerina” viene caricata a monte della commercializzazione della vettura in un apposito serbatoio dalla capienza di 5 litri. Mediamente una simile scorta garantisce un’autonomia della vettura nell’ordine degli 80.000 km. La pulizia del filtro, inoltre, è particolarmente semplice anche se paradossale e non priva di controversie. Il filtro viene pulito tramite intenso calore, in grado di bruciare i residui i quali vengo poi immessi nuovamente nell’atmosfera.
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